S. Antonio di Padova (Sant’Antonino per i nicolositi) è il Patrono di Nicolosi e viene venerato nella Chiesa Madre del paese. In suo onore si svolgono due feste nel corso dell’anno: il 13 giugno, si svolge la festa liturgica, mentre la festa esterna si svolge tradizionalmente la seconda domenica del mese di agosto.
Il 13 giugno è tradizionalmente preceduto da una tredicina di predicazione e preparazione alla festa chiamato dal popolo come la “tredicina di sant’antuninu” (la tredicina di Sant’Antonino). Quest’anno, per via dell’emergenza covid-19 i festeggiamenti non sono stati certamente quelli tradizionali ed è molto incerta la possibilità della festa esterna ad agosto. Ma andiamo a conoscere meglio la storia del nostro prezioso santo.
La storia del santo francescano
Nato il 15 agosto del 1195 a Lisbona da genitori benestanti e nobili, viene battezzato con il nome di Fernando. Amante del silenzio e della preghiera, si ritira a soli quindici anni nell’abbazia agostiniana di San Vincenzo, situata alla periferia di Lisbona. Nel 1220, assiste al ritorno dei cadaveri di cinque frati uccisi in Marocco: per questo motivo, sceglie di abbracciare, con slancio missionario, l’ideale francescano. Quindi chiede di essere spedito in Marocco: spinto dalla volontà di rigenerarsi completamente, cambia nome da Fernando in Antonio.
Non appena arriva in Africa, tuttavia, Sant’Antonio da Padova deve fare i conti con le febbri malariche che lo colpiscono, e che lo obbligano a rivedere i propri piani. Mentre si appresta a tornare in Portogallo abbandonando i propositi di predicazione, la nave su cui naviga è costretta ad attraccare in Sicilia. Antonio, quindi, giunge a Messina, dove rimane per diversi mesi: in seguito, decide di recarsi ad Assisi. Assegnato all’eremo di Montepaolo, vicino a Forlì, Antonio inizia a predicare e a convertire numerose persone.
Accortosi che la vita lo sta ormai abbandonando, Antonio chiede a Tiso di essere portato a Padova. Lungo il tragitto, però un attacco di idropisia impone una sosta obbligata al conventino dell’Arcella. Qui, assistito dai francescani, Sant’Antonio da Padova muore all’età di trentasei anni, sussurrando le parole “Vedo il mio Signore”. È il 13 giugno del 1231. Meno di un anno dopo, Papa Gregorio IX lo nominerà santo.
L’elogio di Papa Francesco a Sant’Antonio di Padova
Papa Francesco in una lettera inviata al Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, Carlo Alberto Trovarelli, parla del viaggio di sant’Antonio dal Portogallo al Marocco e alla Sicilia. Un bellissimo elogio al Santo, come “simbolo del proprio itinerario spirituale di conversione”. Durante questo cammino, lungo le coste italiane, fa esperienza del naufragio, proprio “come accade oggi a tanti nostri fratelli e sorelle”, scrive Francesco che fa riferimento a quella che è la caratteristica saliente dell’uomo e specialmente dell’uomo moderno: l’inquietudine, che però in Antonio si traduce in sete di Dio. Papa Francesco augura ai francescani, ma anche a tutti noi, “il desiderio di sperimentarne la stessa santa inquietudine che lo condusse sulle strade del mondo per testimoniare, con la parola e le opere, l’amore di Dio“.
Curiosità che riguardano S. Antonio di Padova
Avete senz’altro sentito parlare della catena di Sant’Antonio? Le catene di sant’Antonio traggono il proprio nome dal fenomeno che consisteva nell’inviare lettere ad amici e conoscenti allo scopo di ottenere un aiuto ultraterreno in cambio di preghiere e devozione ai santi. Sant’Antonio è considerato uno dei santi di maggiore devozione. Negli anni settanta ed ottanta, tra i ragazzi, un tipo di catena di Sant’Antonio molto diffusaera quella di spedire una lettera ad un amico sulla quale erano riportati alcuni indirizzi di altre persone.
L’amico, una volta ricevuta la lettera, avrebbe dovuto inviare una cartolina della sua città al primo degli indirizzi riportati. Doveva poi inviare una lettera identica a quella ricevuta ad un certo numero di persone di sua conoscenza. Sulla lettera avrebbe dovuto riscrivere l’elenco omettendo il primo indirizzo ed inserendo il proprio in fondo all’elenco. Ciò avrebbe dovuto consentire, dopo vari passaggi, di ricevere un gran numero di cartoline. In seguito anche gli SMS dei telefoni cellulari sono diventati veicolo di catene di sant’Antonio. Oggi, l’utilizzo di mail, social network ed altre applicazioni per smartphone quali ad esempio Whatsapp, hanno ulteriormente implementato il fenomeno.