Gemmellaro, l'artigianato tra splendori e difficoltà - itNicolosi

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ARTIGIANATO

Gemmellaro, l’artigianato tra splendori e difficoltà

Gemmellaro Toti

La bottega artigianale di Toti Gemmellaro è un luogo intriso di storia, che porta con sé la tradizione secolare dell’intaglio artistico. Il consumismo, la burocrazia e la tassazione gravano sull’attività di un giovanissimo ragazzo che ha scelto di restare a Nicolosi per portare avanti un sogno: “fare l’artigiano”. Scopriamo insieme, attraverso questa intervista la storia di una bottega, di una passione ma sopratutto delle difficoltà con cui oggi, l’artigiano dei fare i conti.

Gemmellaro, una storia di famiglia

Parlaci della tua famiglia di artigiani e della nascita del vostro laboratorio.

La storia della mia attività inizia più di 100 anni fa, attraverso la figura del mio bisnonno “Salvatore Gemmellaro” detto Ciappazza. Nato nel 1906, giovanissimo lascia il lavoro del padre (il carrettiere) per seguire la sua passione per l’arte ed il disegno. Seguendo i più grandi artisti della zona in quell’epoca, che, come si vede nel film di Tornatore “Baarìa”, girano da paese a paese per decorare e lavorare a saldo delle chiese e dei ricchi nobili. Tra questi artisti mio nonno mi raccontava di Vincenzo Torre, artista e scultore con il quale si trovò a lavorare a Roma all’inizio della Prima guerra mondiale.

Un periodo difficile che mise in seria difficoltà l’attività del sig. Gemmellaro, ripresa negli anni ‘40 del Novecento quando l’Italia esce dal periodo buio per lanciarsi verso il boom economico.

Tra la Prima e la Seconda guerra mondiale a portare avanti l’attività di famiglia è mio nonno “Turi Gemmellaro” classe ’34 che approfittando delle amicizie del padre ne segue le orme e i maestri. Tra gli anni 80 e 90, mio nonno lascia il lavoro di pittore e decoratore per dedicarsi all’antiquariato, spostando quindi la sua attenzione al restauro. Il lavoro del restauratore a quei tempi era una figura nuova e così sulle orme di mio nonno pian piano inizia a subentrare la figura di mio padre “Giuseppe Gemmellaro”, che diventa in pochi decenni il restauratore-decoratore più in voga in ambito ecclesiastico.

Gemellaro in bianco e nero
Turi Gemmellaro in uno dei suoi momenti di lavoro – foto d’archivio della famiglia Gemmellaro

Toti Gemmellaro dalla passione alla gestione dell’attività

Quando e come è nata la tua passione per l’artigianato?

La passione per questo lavoro nasce da piccolo a soli cinque anni quando mi viene regalato un set giocattolo da falegname. Insieme a mio nonno mi dilettavo a costruire modellini in compensato. Ho capito che amavo questo mestiere perché, crescendo, provavo forti emozioni che mi lasciavano un senso di gratificazione e che mi invitavano a fare sempre di più. 

Hai scelto di restare a Nicolosi?

Cercando di accrescere l’attività di famiglia, conseguo una laurea in architettura e approfitto della possibilità di allontanarmi da casa per fare delle esperienze in Italia, e ai confini di essa, di architettura classica e, per una nota azienda, allestimenti di interno Extra Lusso per Vip. A 28 anni mi trovo a dover rientrare a Nicolosi per via della malattia di mio padre e a riprendere in mano l’attività di famiglia.

Quanto è importante portare avanti questo progetto? Dato il legame con i membri della tua famiglia, senti un peso sulle spalle?

Portare avanti la mia attività non è mai stato un dubbio o un peso. Fin dalle scuole elementari nei miei temi scrivevo di quale sarebbe stato il mio lavoro da grande. Toti si sente estremamente legato alla sua famiglia, prosegue dicendo: La familiarità decennale con i materiali, con la tecnica e soprattutto con i clienti ha permesso che questo percorso fosse così naturale da farmi assumere la direzione della mia attività. Spronato anche dall’esigenza di continuare una storia lunga oltre 100 anni ho imparato ad amare il lato artistico della mia vita. 

restauratore
Giuseppe Gemmellaro, decorazione ex-novo della Madonna di Mompilieri – foto d’archivio della famiglia Gemmellaro

Pro e contro dell’artigianato

Gemmellaro “l‘artigianato sta scomparendo

Con il consumismo che incalza, essere oggi un artigiano non è facile. Significa dover fare i conti con una società che cambia. Una società che non comprende il tempo e il lavoro che un artigiano dedica alla creazione nella sua opera. La bellezza di costruire qualcosa di nuovo, di totalmente singolare, frutto di amore, sacrificio ed esperienza. Le istituzioni dovrebbero tendere una mano poiché non è semplice far fronte alla burocrazia, alla tassazione e alla forma di guadagno che ne deriva. C’è un’etica morale e una viscerale passione da cui non posso esimermi. 

Toti, fare l’artigiano conviene? 

Per un giovane oggi non conviene affatto fare l’artigiano. Innanzitutto, è fondamentale avere anni di esperienza, sedersi accanto ad un maestro d’arte e osservare per poter rubare ogni gesto. Questo tipo di esperienza permette di trasformare l’osservazione in gestualità creando una modalità di lavoro che nessuna Università o nessun corso di laurea potrebbe mai insegnarti.

Aspetti che hanno rappresentato la storia di Toti ed il suo percorso e che lo inducono a sottolineare quanto sia importante l’esperienza.

Senza l’esperienza pregressa e con solo in mano una laurea credo sia impossibile poter apprendere delle tecniche che gli antichi artigiani imparavano e tramandavano da padre in figlio. Ecco perché l’artigianato sta scomparendo. Ecco perché mi guardo intorno e non ci sono ebanisti della mia età. Diventa dunque essenziale aiutare a valorizzare il lavoro dell’artigiano per non far scomparire un mestiere così antico e così prezioso.

Gemmellaro, l’artigianato tra splendori e difficoltà ultima modifica: 2022-11-23T08:56:48+01:00 da Vincenzo Zocco

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